Durata degli pneumatici: da cosa dipende e come si migliora?

Le gomme possono diventare un vero grattacapo per chi possiede un’auto: bisogna fare attenzione alla pressione di gonfiaggio, verificare che non ci siano segni evidenti sulla superficie, controllare se siano troppo lisci, studiare le ordinanze alla circolazione per sapere con quale tipologia viaggiare a norma di legge. Tutto in nome della sicurezza, perché è fondamentale che abbiano la giusta manutenzione e che siano sempre pienamente efficaci, per evitare rischi e complicazioni al volante.

Come allungare la vita degli pneumatici

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Ma è qui che inizia la questione: come si fa a migliorare la durata delle gomme? Da cosa dipende la longevità degli pneumatici? E quanto influisce lo stile di guida? Ecco alcune risposte.

Durata pneumatici

L’importanza della giusta pressione

Uno dei primi parametri da considerare è la pressione delle gomme, che deve essere mantenuta costantemente al livello corretto, indicato dal costruttore del veicolo all’interno del libretto di circolazione.
Un eccesso – in un senso o nell’altro – può infatti provocare danni alle “aspettative di vita” della gomma e ridurre il suo chilometraggio. In particolare, viaggiare con gomme sgonfie è deleterio perché porta a un’usura maggiore della zona laterale del battistrada (che si fa carico dell’intero peso del veicolo), mentre al contrario le gomme troppo gonfie sovraccaricano la sezione centrale del battistrada, che si consuma prima.

Non trascurare le dimensioni e l’età

Un altro parametro tecnico da non trascurare è la dimensione delle gomme: a parità di condizioni, uno pneumatico più largo si consuma più lentamente rispetto a uno più piccolo, perché offre una superficie maggiore a contatto con il fondo il fondo stradale che riduce la pressione al suolo e il livello di usura.

C’è poi un fattore temporale che può avere un peso, ovvero la data di produzione della gomma: forse non tutti sanno che gli pneumatici hanno una “carta di identità” impressa sulla spalla del battistrada, il codice DOT che riporta in sigla la settimana e l’anno di produzione (ad esempio, 4120 indicherebbe una gomma prodotta nella 41esima settimana del 2020, che quest’anno è andata dal 5 all’11 ottobre). Secondo gli esperti, acquistare e montare coperture di più recente realizzazione dovrebbe garantire una longevità maggiore di quelli che hanno già un paio di anni sulle spalle, perché la mescola è soggetta a invecchiamento anche quando non viene utilizzata.

Quanto influisce lo stile di guida

Infine, ci sono le caratteristiche specifiche e personali del guidatore: in risposta alla domanda posta in precedenza, lo stile di guida influenza (a volte anche pesantemente) la resa chilometrica delle gomme.
Innanzitutto, chi adopera un approccio sportivo e grintoso, magari con molte frenate anche brusche, espone i suoi pneumatici a un consumo del battistrada più rapido e quindi dovrà sostituirli prima rispetto a un automobilista più “tranquillo” al volante, che preserva maggiormente le coperture.

Gli ultimi elementi: fondo stradale e clima

Altro elemento molto impattante è lo stato della rete stradale; guidare su un fondo rovinato o su un asfalto dissestato, con presenza di buche e rattoppi di ogni tipo ed entità finisce irrimediabilmente per stressare le gomme e rischia di farle rovinare precocemente.

In ultimo, anche il clima può influire: gomme esposte a umidità o forti sbalzi termici sono meno resistenti e più tendenti al logorio, e quindi hanno un ciclo vitale più breve.

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